martedì 11 novembre 2008

Il Sogno di un Gabbiano








Lasciate ch'io torni là,

ove trascorsi parete della mia
giovinezza,
ma ... piano ...
Fate in modo
che nulla sia cambiato,
che tutto sia come lo lasciai
andando ad inseguire il sogno di
un gabbiano.
Piano ...
perché potrei inciampare
in un sasso che non conosco,
o perdermi nella ruga in più
sul viso di quella donna.
Piano ...
perché potrei svegliare
un bimbo che non c'era
e accorgermi, allora, dei mutamenti
che fanno del mondo ch'io ricordavo,
un altro,
più contorto, o più piatto,
o comunque diverso e lontano.
Piano ...
perché il gabbiano con cui me ne
andai,
là, non ha più il suo nido
e potrebbe non avere la forza
di costruirsene un altro.
linlo@1990

3 commenti:

Valeria ha detto...

è molto bella, questa poesia, Linda (ecco svelato il segreto della L!). E così anche tu hai un blog...
E' strano incontrarsi attraverso le parole. Pensieri che nessuno avrebbe saputo permettono una condivisione. Anche quella di scoprire di aver guardato la realtà in modo simile, in questi giorni...
Ecco un'altra cosa che abbiamo in comune, allora, oltre all'amore per i cani(e all'ottimo gusto nello scegliere i loro nomi, naturalmente!...;-)).
A presto, e complimenti per il blog!

linlo ha detto...

Grazie :-)
Il post di Marco ha suscitato in me le stesse sensazioni che ho cercato di esprimere in questa vecchia poesia.
... a volte quello che abbiamo nei ricordi è meglio che resti tale, perché cercare di riviverlo potrebbe portare a sgretolarsi.

Anonimo ha detto...

c'è il mio computer che fa le bizze- non pensavo di essere riuscita a inviare il commento, invece eccolo...