lunedì 3 novembre 2008

Nebbia di Giovanni Pascoli



Sarà l'atmosfera autunnale, sarà che ieri mi sono spinta in strade avvolte nella nebbia...
Mi è tornata alla memoria una poesia di Giovanni Pascoli che da ragazzina (avrò avuto 12 anni) mi aveva molto colpito.
Ieri, in auto, ne ricordavo solo piccoli frammenti.
"...nascondi le cose lontane che vogliono ch'ami e che vada ch'io veda là solo quel bianco di strada..."
"..nascondi le cose lontane nascondimi quello che è morto.. ch'io veda soltanto la siepe dell'orto cui presso sonnecchia il mio cane..".
Oggi sono andata a cercarla, l'ho riletta, e ve la propongo.

Nebbia

Giovanni Pascoli

Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba,
tu fumo che ancora rampolli,
su l'alba,
da' lampi notturni e da' crolli
d'aeree frane!
Nascondi le cose lontane,
nascondimi quello ch'è morto!
Ch'io veda soltanto la siepe
dell'orto,
la mura ch'ha piene le crepe
di valeriane.
Nascondi le cose lontane:
le cose son ebbre di pianto!
Ch'io veda i due peschi, i due meli,
soltanto,
che dànno i soavi lor mieli
pel nero mio pane.
Nascondi le cose lontane
che vogliono ch'ami e che vada!
Ch'io veda là solo quel bianco
di strada,
che un giorno ho da fare tra stanco
don don di campane...
Nascondi le cose lontane,
nascondile, involale al volo
del cuore! Ch'io veda il cipresso
là, solo,
qui, solo quest'orto, cui presso
sonnecchia il mio cane.

1 commento:

Oscar ha detto...

Fa sempre piacere leggere poeti del decadentismo.
Io che mi cimento a scrivere versi, per quanto poveri siano, non posso negare di trarre ispirazione a piene mani dalla corrente decadentista.
Namasté.