martedì 7 ottobre 2008

Il percorso



Ho percorso solo una volta quella strada.
So dove parte e so dove voglio arrivare.
Prima di partire non guardo la mappa del percorso, alla peggio seguirò le indicazioni dei cartelli. Non ho fretta.
Imbocco la salita ed ecco: ai miei occhi appare la prima immagine.
La stessa immagine sbuca anche dal cassetto dei ricordi: la chiesa strana, lì, sulla sinistra.
Ecco. E' qui che devo svoltare.
E poi su.
Altre immagini che adesso la memoria sembra anticipare.
La lunga cancellata arrugginita protegge un prato mal tenuto e chissà quale grande e strana villa si nasconde là, dove lo sguardo non può arrivare.
Chissà quali vite hanno popolato questi luoghi che in questo attimo io sfioro solamente.
E ancora su.
Siamo ad un bivio, ma io non devo leggere i cartelli. So già di dover svoltare a sinistra.
Poi, ecco, una rotonda.
Presa da un improvvisa frenesia, la supero e proseguo dritta, ma bastano pochi metri perché mi accorga di aver sbagliato.
La rotonda è nuova, l'altra volta non c'era. Ecco perché il mio cervello non l'ha anticipata.
Rallento. Devo trovare il modo di tornare indietro.
Lì, sulla sinistra una piazzola.
Inverto la marcia e riparto. Questa volta consapevole della direzione da prendere alla rotonda.
E' fantastico come il nostro cervello ricordi le cose, anche quelle che abbiamo visto una sola volta e magari non abbiamo "guardato".
E allora giù, per la discesa a sinistra, in mezzo a boschi e prati silenziosi.
Siamo a pochi chilometri da una grande città, eppure qui sembra di essere in un altro luogo, in un altro tempo.

Arrivo ad un altro bivio. So bene che se volessi proseguire sulla strada dell'altra volta dovrei svoltare a sinistra.
Guardo i cartelli.
Questa volta decido di scegliere l'altra alternativa e proseguo diritta, alla scoperta di un nuovo percorso, di nuovi paesaggi.
Ed ecco la prima "fotografia" da archiviare per la prossima volta: sulla destra, in alto, una grande casa con davanti una fila interminabile di alberi che già hanno i colori dell'autunno.
Rallento. Mi guardo intorno.
Ancora una "fotografia" e giungo alla meta, questa volta più consapevole del percorso e di me stessa.


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